"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", questa frase, divenuta ormai famosa nel tempo, non può che essere azzeccata per il libro in questione.
Che prosperino sul fondo del mare, sulla terraferma o nel cielo, di una cosa puoi stare certo: il giudizio dell'uomo circa l'aspetto o il comportamento degli animali non si farà di certo attendere...
Sebbene il concetto di bellezza non esista in natura, ahimè esiste eccome nella mente e nei pregiudizi dell'uomo, il quale, nel corso del tempo, vuoi per ragioni evolutive (dunque potenzialmente giustificabili), vuoi per semplici credenze popolari, è divenuto una vera e propria arma a doppio taglio.
Al giorno d'oggi, con il livello di influenza che possiamo esercitare sulla natura e sui suoi meccanismi, il fatto che ci piaccia o meno una determinata specie non è più relegato al semplice allontanamento da essa, ma può essere persino causa dell'estinzione di quest'ultima, portando infine gravi danni agli ecosistemi.
In questo complicato quadro è dunque necessario innalzare la questione, rimasta per troppo spesso trascurata o addirittura taciuta dalle persone, al fine di creare consapevolezza, nel tentativo di instaurare una società in gli uomini possano finalmente apprezzare gli animali tutti allo stesso modo, caratteristiche fenotipiche/etologiche a parte.