La maggior parte delle volte, quando ci imbattiamo in un determinato animale, siamo quasi sempre sicuri di sapere cosa abbiamo davanti agli occhi. Tuttavia Madre Natura, alle volte, ha trovato utile far si che questa facilità nell’interpretazione venisse messa a repentaglio, in favore di una maggiore protezione da eventuali predatori.
Fra le varie specie che hanno fatto dell’inganno un vero e proprio stile di vita, troviamo la “falena calabrone”, scientificamente nota come Sesia apiformis (Clerck, 1759).
Lasciate che ve la presenti...
Habitat e diffusione
Questa specie di falena diurna, dall’aspetto del tutto inusuale, era diffusa originariamente nell’ecozona paleartica (vale a dire l’intera Europa, Nord Africa, Medio Oriente e buona parte dell’Asia), tuttavia, nel corso del tempo, essa è stata introdotta anche nell’ecozona neartica (comprendente praticamente tutto il nord America e la Groenlandia), rendendola dunque, di fatto, una specie oloartica (ovvero la fusione di entrambe le due ecozone).
S. apiformis predilige tipicamente climi temperati, con ambienti caratterizzati da una ricca vegetazione, nonché da determinate specie di alberi, come quelli appartenenti al genere Populus (Pioppo) o Salix (Salice), ampiamente diffusi nel vecchio mondo.
Fig. 1.1: In verde è evidenziato l'areale ove S. apiformis è diffuso oggigiorno, ovverosia l'ecozona oloartica, formata dalla somma di quella neartica (a sinistra) e quella paleartica (a destra) - Crediti: Osado (Wikipedia) Background removed.
Una famiglia di ingannatori
Questa specie di falena così peculiare, che potrebbe a prima vista generare un po’ di confusione nella sua classificazione, appartiene alla famiglia Sesiidae, un gruppo di falene diurne note per le loro doti ingannatrici.
A questa grande famiglia appartengono moltissime specie che hanno fatto dell’imitazione il loro portento, nello specifico nell’imitazione di diverse specie appartenenti all’ordine degli imenotteri (Hymenoptera), in particolar modo delle vespe.
Fig. 1.2: Esemplare di Sesia apiformis, la sua somiglianza con un calabrone è evidente - Crediti: Colette Kerr (CC BY-SA 4.0) Wikipedia
Un buon camuffamento
Sebbene dalle immagini possa sembrare molto grande, le sue dimensioni reali sono molto modeste: l’apertura alare può variare infatti dai 3 ai 4,5 centimetri di lunghezza.
Il suo corpo presenta delle bande gialle e nere attorno a tutto il corpo, caratteristica indispensabile per il mimetismo.
Ad aumentare la somiglianza col calabrone ci sono anche le ali, particolarmente allungate e trasparenti che, durante il volo, generano un rumore molto simile a quello prodotto proprio dai calabroni, fattore che aumenta la somiglianza con quest’ultimi.
Fig. 1.3: Esemplare di Sesia apiformis fotografato da vicino - Crediti: Ben Sale (CC BY 2.0) Wikipedia
Una giovane falena-calabrone
Lo stadio larvale della falena calabrone è di colore bianco/giallino e prospera, appunto, sui tronchi o sulle radici di alberi appartenenti al genere Populus (pioppo) o sul genere Salix (salice), luoghi ove crea delle gallerie che vanno a danneggiare questi ultimi.
Oltre il criptismo
Nello scorso articolo ho avuto modo di presentarvi una specie di farfalla che si è adattata puntando su una forma di mimetismo particolare chiamata “criptismo” che, nello specifico, la fa assomigliare in tutto e per tutto a una foglia secca (Kallima inachus).
Tuttavia, questa specie è andata oltre, assumendo non tanto l’aspetto, la forma o le fattezze di un elemento naturale (tronchi, foglie, ecc.) al fine di nascondersi, bensì le sembianze di un calabrone, insetto particolarmente temuto da eventuali predatori che, prima di avventarsi su di lui, ci penseranno due volte.
Fig. 1.4: Esemplare di un calabrone appartenente alla specie Vespa crabro, a cui si ispira l'aspetto di S. apiformis onde evitare i predatori - Crediti: lfroz (CC BY-SA 3.0) Wikipedia
Fonti:
-Farfalle e falene - Guida fotografica a oltre 500 specie di farfalle e falene di tutto il mondo (Libro) - Pagina 286