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Immagine del redattoreDamiano Furlan

Quando la vita era in Beta - La fauna di Ediacara

Aggiornamento: 3 lug

La maggior parte delle persone, quando pensa al mondo prima dell’avvento dell’umanità, ritiene che gli unici grandi dominatori del pianeta Terra siano stati i dinosauri.

Sebbene sia un fatto ormai acclarato che questi ultimi abbiano segnato profondamente la storia della vita per come la conosciamo, è altrettanto vero che, prima della loro comparsa, siano state ben altre le creature a dominare la superficie terrestre.

All’origine di questa enorme variabilità di forme di vita, di cui possiamo avere contezza visitando un qualsiasi museo di storia naturale, c’è stato un periodo in cui la vita, dopo essere comparsa sotto forma di esseri unicellulari, e rimasta tale per un periodo lunghissimo di tempo, ha iniziato ad evolversi in forme sempre più complesse, finendo per raggiungere l’ambito obiettivo della pluricellularità.

Questa fase della vita è ancor più arcaica della grande esplosione di vita che diede origine ai Grandi del Cambriano, avvenuta circa 538 milioni di anni fa...


Fig. 1.1: Diorama di un ambiente ediacarano situato presso la Smithsonian Institution - Crediti: Ryan Somma (CC BY-SA 2.0)


Inquadramento temporale

Ci troviamo in un mondo completamente diverso da quello che possiamo sperimentare quotidianamente: le terre emerse sono ancora sterili e inabitate, a causa delle elevate radiazioni che colpiscono incessantemente la Terra. L’unico baluardo di salvezza per la vita, in questa fase, sono i mari e gli oceani, luoghi dove, ormai da moltissimo tempo, sono comparsi i primi organismi unicellulari.

Questo appena presentato è l’eone Proterozoico (terzo eone della storia della Terra, preceduto da Adeano e Archeano, che va da 2500 a 538,8 milioni di anni fa circa), in particolar modo nel periodo Ediacarano, noto anche come Vendiano, durato da 635 a 538,8 milioni di anni fa, fase della Terra che si trova fra il Cryogeniano (momento in cui la Terra venne completamente ricoperta da una enorme glaciazione, che prende il nome di Snowball Earth) e il successivo Cambriano (fase di enorme radiazione adattativa degli esseri viventi, in cui avvenne la grande e famosa esplosione del Cambriano).


Fig. 1.2: Ricostruzione artistica della Terra a palla di neve (Snowball Earth) - Crediti: Oleg Kuznetsov (CC BY-SA 4.0) Wikipedia


Patria di Ediacara

Sparsi per il mondo, sono stati scoperti svariati siti paleontologici datati a questo periodo geologico, tuttavia, uno dei luoghi più importanti al mondo per la comprensione di questi tipi di esseri viventi preistorici è senza dubbio alcuno l’Australia, in particolar modo l’Australia Meridionale, zona ove è possibile imbattersi nel Parco Nazionale di Nilpena Ediacara, particolarmente famoso per le colline di Ediacara (chiamate in inglese Ediacara Hills), luogo di ritrovamento di innumerevoli specie appartenenti a queste enigmatiche forme di esseri viventi.

La scoperta di questo sito paleontologico così importante si deve a Reginald Claude Sprigg (noto soltanto come Reg Sprigg), un geologo e ambientalista australiano che, nel 1946, scoprì proprio in quelle aree i primi resti di quella che sarà nominata in seguito “Fauna di Ediacara”.

Oltre a questo luogo, tuttavia, ve ne sono diversi altri, come ad esempio il Canada che, oltre ad essere famoso per i depositi fossiliferi di Burgess Shale, risalenti al successivo Cambriano, possiede un importante giacimento nella penisola di Avalon, parte dell’isola di Terranova.

Altri luoghi particolarmente importanti sono la Namibia, in Africa, nello specifico i monti Tsaus; tuttavia, non serve andare troppo distante per potersi imbattere in giacimenti simili, ve ne è presente infatti uno in Inghilterra, più precisamente a Charnwood Forest, nella contea di Leicestershire e uno in Russia, a poca distanza dai confini europei, nel Mar Bianco.


Fig. 1.3: Catena montuosa dei monti Flinders (noti in inglese come Flindes Ranges), luogo di ritrovamento di innumerevoli resti fossili dell'Ediacarano - Crediti: Peripitus (CC BY-SA 3.0) Wikipedia

Fig. 1.4: la "Golden Spike", letteralmente "punta dorata", situata nei monti Flinders in Australia, testimonia un sito di interesse globale per il periodo Ediacarano - Crediti: Bahudhara (CC BY-SA 3.0) Wikipedia


Un'enigmatica esplosione di vita

Sebbene ancora poco chiare, le cause che potrebbero aver generato questa enorme variabilità delle forme di vita sul nostro pianeta, ancor prima che la fauna del Cambriano salisse alla ribalta, sono svariate, fra cui: il progressivo aumento delle temperature, causato dalla fine dell’evento glaciale estremo che prende il nome di “Terra a palla di neve” e l’aumento della quantità di ossigeno, dovuto all’azione di organismi unicellulari fotosintetici (anche se quest’ultimo sembrerebbe essere messo in dubbio).


Fig. 1.5: Diorama di un ambiente ediacarano presso lo Smithsonian National Museum of Natural History - Crediti: Ryan Schwark (Wikipedia)


Ad ognuno il suo

Mediante l’analisi dei reperti fossili rinvenuti in diverse località sparse per il pianeta, è stato possibile distinguere queste forme di vita in tre categorie differenti, a seconda del luogo in cui sono state trovare: Avalon, Mar Bianco e Nama.

Quella di Avalon, la più antica, sembrerebbe essere particolarmente importante, poiché, ad essa, sarebbe associata una delle prime esplosioni di biodiversità della storia della Terra, avvenuta circa 575 milioni di anni fa.


Animali? Piante? O chissà cos'altro...

Tali forme di vita risultano essere estremamente complesse da comprendere appieno, tanto che, ad oggi, pure i paleontologi più ferrati in materia presentano delle difficoltà nell’interpretazione: nel corso del tempo, infatti, sono state moltissime le ipotesi che si sono avanzate per inquadrare questi esseri nel grande albero della vita: c’è chi riteneva fossero delle alghe, licheni, chi delle specie di piante acquatiche, chi invece riteneva che fossero un ramo a sé stante della vita, dunque niente di analogo a ciò che è presente tutt’oggi…

Attualmente l’interpretazione più accreditata è che, almeno alcuni esponenti di queste forme di vita, siano stati a tutti gli effetti delle specie di animali (da cui il nome fauna di Ediacara).

Tale idea deriva da alcune scoperte effettuate di recente, pubblicate su Science nel 2018, secondo cui, in alcuni resti di Dickinsonia, sono state rinvenute tracce di Colesterolo, chiaro segno della natura di questi esseri: si tratta di animali.

Nonostante questa scoperta, non esiste ancora un accordo univoco sulla reale natura di questi esseri, anche perché sono moltissime e molto diverse fra loro le specie racchiuse nella cosiddetta Fauna di Ediacara.


Fig. 1.6: Esemplare fossilizzato di Tribrachidium heraldicum, uno degli esseri più enigmatici della fauna di Ediacara - Crediti: Aleksey Nagovitsyn (CC BY-SA 3.0) Wikipedia


Mostri enormi... o microscopici esseri?

Quando noi esseri umani pensiamo agli organismi viventi del passato, qualunque essi siano, abbiamo sempre la tendenza ad ingigantirli, ad immaginarceli come delle creature enormi e, molto spesso, spietate. Sebbene in alcuni casi le dimensioni degli animali abbiano effettivamente toccato dimensioni sorprendenti (basti pensare agli insetti giganti vissuti nel Carbonifero, oppure alla megafauna pleistocenica), la maggior parte delle volte, invero, non è così, specie se si parla delle prime forme di vita pluricellulari.

I rappresentanti della fauna di Ediacara, come ci testimoniamo i resti fossili, infatti, erano molto piccoli, potevano essere grandi da pochi millimetri fino ad alcuni centimetri, in alcuni casi particolari, fino a più di un metro.

Pressoché la totalità delle forme di vita appartenenti alla fauna di Ediacara, si presume fossero di natura bentonica, quindi trascorrevano la maggior parte del loro tempo a stretto contatto con il fondale marino, nonché sessili, dunque sprovvisti di un sistema di locomozione.


Un quesito trofico

A vederli così, dato che sono considerati degli animali, potrebbe sorgere spontanea una domanda più che legittima: come si nutrivano? Erano dunque autotrofi o eterotrofi?

Ovviamente una risposta definitiva, molto probabilmente, non la avremo mai, dal momento che eventuali sistemi digestivi e/o apparati boccali non si sono conservati. Tuttavia, nel corso del tempo, sono state avanzate alcune ipotesi: trattandosi molto probabilmente di animali è probabile che questi ultimi si nutrissero di microrganismi che nuotavano in mezzo alle acque, oppure, come nel caso di Charnia, che fossero degli organismi filtratori.


Fig. 1.7: Ricostruzione artistica di Charnia masoni situata presso il MUSE di Trento - Crediti: Matteo De Stefano/MUSE (CC BY-SA 3.0) Wikipedia


Il Tramonto di Ediacara

Questi enigmatici esseri viventi, la cui origine è ancora incerta, riuscirono a dominare i mari e gli oceani della Terra per molti milioni di anni, per questo motivo è opportuno chiederci: quando si estinsero? Quali furono le cause?

Anche in questo caso, delle risposte certe è estremamente difficile riuscire a trovarle; nonostante questo alcune ipotesi sono state avanzate: tali organismi sembrano essere scomparsi dalle testimonianze fossili durante il passaggio dall’Ediacarano al Cambriano, dunque molto probabilmente, qualche evento dirompente deve essere successo in questa fase: c’è chi ritiene che, proprio in questa fase avvennero dei cambiamenti ambientali talmente profondi che questi ultimi non riuscirono ad adattarsi, finendo per soccombere, oppure che i nuovi grandi dominatori del Cambriano, cibandosene, o occupando ruoli ecologici analoghi, li soppiantarono.


Fig. 1.8: Ricostruzione artistica della fauna e della flora del Cambriano, nello specifico nel Linyi Lagerstätten, nel nord della Cina - Crediti: Dinghua Yang (CC BY 4.0) Wikipedia


Una vita misteriosa

Nel corso del tempo, mediante la ricerca e gli scavi, sono stati portate alla luce innumerevoli specie viventi appartenenti a questa enigmatica fauna preistorica, tuttavia, ovviamente, alcune di esse possiedono una importanza storica e scientifica più grande di altre; di seguito, infatti, verranno riportate alcune fra le più note e importanti.


Dickinsonia

Dickinsonia è molto probabilmente uno degli esponenti più noti di questa fauna preistorica, nonché uno degli animali più antichi a noi noti. I suoi resti, infatti, sono stati rinvenuti prevalentemente in Australia, ma anche in altri siti paleontologici sparsi nel mondo, datati proprio all’Ediacarano. Capace di crescere fino a 1,4 metri di lunghezza, presenta un corpo particolarmente piatto, con un solco centrale che percorre quasi la totalità della lunghezza dell’essere, da cui poi si dipartono moltissimi altri solchi che termineranno alle sue estremità.

Di questo animale si conoscono diverse specie, distinte per forme e dimensioni:

D. costata, D. lissa, D. tenuis, D. menneri.


Fig. 1.9: Resto fossilizzato di Dickinsonia costata - Crediti: Verisimilus (CC BY 2.5) Wikipedia


Charnia

Insieme a Dickinsonia, anche Charnia (Charnia masoni) è onnipresente nelle rappresentazioni paleoartistiche dell’Ediacarano. Il nome del genere (Charnia) deriva dal luogo del suo primo ritrovamento, ovvero in Inghilterra, a Charnwood Forest, nel mentre l’epiteto specifico (masoni) deriva dal nome dello scienziato che permise di farlo conoscere ad altri scienziati: Roger Mason. Essa assomiglia ad una sorta di grande foglia stretta e lunga ancorata al fondale marino. L’assenza di eventuali aperture riconducibili o alla bocca o all’ano suggerisce che sia un organismo filtratore; inoltre, dal momento che quest’ultima viveva nelle profondità marine, non sarebbe stata capace di svolgere la fotosintesi, è pertanto considerata anch’essa un animale.


Fig. 1.10: Resto fossilizzato di Charnia - Crediti: Verisimilus (CC BY 2.5) Wikipedia


Spriggina

Insieme agli altri due sopra citati, anche Spriggina (Spriggina floundersi) è un essere molto affascinante, nonché importante per la fauna di Ediacara, molto probabilmente il più facile da interpretare come “animale”. Il nome del genere è stato assegnato in ricordo di Reginald Claude Sprigg (da cui il nome). Simile ad una sorta di “verme” segmentato, il suo aspetto ricorda un po’ quello dei successivi trilobiti, comparsi soltanto nel Cambriano.


Fig. 1.11: Ricostruzione artistica di Spriggina floundersi presso il MUSE di Trento - Crediti: Matteo De Stefano/MUSE (CC BY-SA 3.0) Wikipedia


Oltre a quelli citati poc’anzi, ve ne sono moltissimi altri, come ad esempio Tribrachidium heraldicum, Albumares brunsae, Aspidella, Bradgatia linfordensis, Cyclomedusa, Eoandromeda octobrachiata, Inaria karli, Kimberella e molti altri ancora...


Fonti:

Science (colesterolo nei fossili ediacarani)

La storia della vita in100 fossili (Libro) - Pagine 14 - 15

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